Notiziario ambientale (n°3 – ottobre 2024)
Ottobre 15, 2024MERCURIO
Il mercurio è un metallo pesante altamente tossico ed è stato riconosciuto come inquinante globale in grado di produrre rilevanti effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.
Esso è diffuso su tutto il pianeta.
Oltre ad essere presente come elemento in ambiente ed emesso in atmosfera per effetto di fenomeni naturali (come incendi boschivi, eruzioni vulcaniche o attività geotermiche), viene emesso e rilasciato da alcune attività antropiche, composti (industria chimica, cementifici, raffinazione del petrolio).
Per le sue particolari caratteristiche fisiche e chimiche, si distribuisce nell’ambiente tra aria, acqua, sedimenti, suolo in varie forme e può essere trasportato per lunghe distanze nell’atmosfera, depositandosi anche molto lontano dal luogo di emissione. Inoltre, non essendo soggetto a degradazione, persiste nell’ambiente.
L’esposizione degli esseri umani al mercurio avviene principalmente attraverso il consumo di prodotti ittici contaminati da metil-mercurio; attraverso l’inalazione di vapori di mercurio durante le attività lavorative o a causa di emissioni accidentali o attraverso il contatto diretto le persone possono essere esposte al mercurio inorganico.
PFAS – SOSTANZE PERFLUOROALCHILICHE – (PFOA – PFOS – ) VENETO
I PFAS sono composti utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione
di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa.
Le loro proprietà e caratteristiche chimiche hanno però conseguenze negative sull’ambiente e a causa della loro persistenza , questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative negli ecosistemi e negli organismi viventi.
Come si può essere esposti ai PFAS
La principale fonte di esposizione per la popolazione è l’ingestione di acqua potabile e di cibi contaminati. Si può anche essere esposti attraverso il contatto con superfici o suoli contaminati e l’inalazione di polveri contenenti PFAS, sebbene la via inalatoria sia generalmente rilevante per i soggetti esposti professionalmente (esempio i lavoratori dei siti produttivi).
POSSIBILI RIMEDI
Come abbiamo visto i Pfas sono diffusissimi e ampiamente utilizzati. Riuscire a evitarli del tutto, nonostante la loro pericolosità, è dunque molto difficile.
Tra i consigli generali ci sono:
- Usare prodotti per la cura personale con la dicitura “Pfas free”
- Non usare pentole e materiale da cucina con Pfas
- Porre attenzione all’assenza di Pfas nell’acquisto di beni di consumo
Per quanto riguarda i fiumi invece lo studio di Arpat dimostra che Le sostanze che determinano lo scadimento chimico sono: Pfos (della famiglia dei Pfas, o acido perfluottansolfonico, mercurio, nichel, piombo…ecc”.
La contaminazione dell’acqua da PFAS è un problema crescente. Fortunatamente, ci sono metodi affidabili per eliminare questi composti dall’acqua che beviamo.
Oltre ai provvedimenti normativi necessari per regolarizzare a livello industriale il corretto smaltimento di queste sostanze e proteggere le acque reflue dalla contaminazione, ad oggi esiste un solo modo per risolvere a monte il problema PFAS:
rimuovere queste sostanze dall’ambiente, ad esempio filtrando le riserve di acqua potabile utilizzando il carbone (una via più semplice rispetto alla pulizia di suoli o acque sotterranee contaminati), oppure gli impianti ad osmosi inversa.
Entrambi questi sistemi sono capaci di trattenere e rimuovere i PFAS dall’acqua, garantendo che ciò che beviamo sia sicuro e privo di contaminanti.
Il problema che ci si pone è la necessità successivamente di smaltirle , senza creare altre sostanze nocive nel processo, ma questa seconda fase è estremamente difficile.
I PFAS possono, infatti, essere bruciati ad alte temperature, ma è un metodo molto costoso e l’incenerimento di prodotti contenenti queste sostanze rischia di diffonderli ulteriormente.
Nel prossimo numero si parlerà di :
INQUINAMENTO ACQUA
RETE IDRICA
SICCITÀ